Alessandro Dattilo
Lui lo ignora, ma sono decenni che i colleghi lo hanno soprannominato il “genio del male”. Perché Alessandro sa compiere qualsiasi impresa professionale senza battere ciglio. Bisogna scrivere un saggio scientifico analizzando 85 fonti diverse in cinese, arabo e cirillico? Serve pubblicare un articolo ipermotivazionale che cambi il destino dell’umanità? Oppure c’è da scrivere un libro di 300 pagine in due giorni? No problem, lui riesce nel compito mantenendo costantemente la sua calma sabauda, fregiata pure di elegante ironia. Come fa? È un mistero simile alle linee di Nazca, ai megaliti di Carnac e al Triangolo maledetto delle Bermuda.
Nel frattempo resta in bilico tra Roma e Torino. Nel capoluogo piemontese è nato, cresciuto e continua a mantenervi un filo grazie al tifo calcistico per i colori bianconeri. Approdato nella Capitale, dopo essersi destreggiato nelle redazioni di quotidiani, agenzie di stampa, radio e tv locali, l’eterno good-boy cavalca l’onda lunga del web portando nelle aziende il brand journalism.
Quando ha tempo (?) sale in cattedra e insegna strategie della comunicazione. Potrebbe parlarvene per – letteralmente – ore. Scrive anche libri (soprattutto conto terzi), ma non chiamatelo ghostwriter. Meglio storyteller. Fa più figo e non insegna, pardon, non impegna.